Vai al contenuto
Home » Forno crematorio ad Ugento. La lettera di mons. Angiuli

Forno crematorio ad Ugento. La lettera di mons. Angiuli

Nelle scorse ore mons. Vito Angiuli, vescovo della diocesi di Ugento-Santa Maria di Leuca, ha inviato ai parroci e alla comunità di Ugento per illustrare il punto di vista della Chiesa sulla cremazione, alla luce dei dibattiti nati in quest’ultimo periodo e legati alla possibile realizzazione di un forno crematorio presso il cimitero della città.

A fine articolo è possibile rivedere il dibattito che si è tenuto lo scorso 16 marzo presso l’oratorio di Ugento organizzato dal comitato “No al forno crematorio”.

LA LETTERA DI MONS. ANGIULI

Alla luce dell’Istruzione “Ad resurgendum cum Christo” della Congregazione per la Dottrina della Fede, approvata da Papa Francesco il 18 ottobre 2016, circa la sepoltura dei defunti e la conservazione delle ceneri, in caso di cremazione, richiamo in sintesi quanto segue:

1. La risurrezione di Gesù è la verità culminante della fede cristiana. Mediante la sua morte e risurrezione, Cristo ci ha liberato dal peccato e ci ha dato accesso a una nuova vita (cf. Rm 6,4; 1 Cor 15,20–22).

2. Se è vero che Cristo ci risusciterà nell’ultimo giorno, è anche vero che, per un certo aspetto, siamo già risuscitati con Cristo. Con il Battesimo, infatti, siamo immersi nella morte e risurrezione di Cristo e sacramentalmente assimilati a lui (cf. Col 2,12; Ef 2,6).

3. La Chiesa raccomanda insistentemente che i corpi dei defunti vengano seppelliti nel cimitero o in altro luogo sacro per confermare la fede nella risurrezione della carne e mettere in rilievo l’alta dignità del corpo umano come parte integrante della persona della quale il corpo condivide la storia.

4. La Chiesa condanna alcune concezioni errate della morte: annullamento definitivo della persona, fusione con la Madre natura o con l’universo, tappa nel processo della re-incarnazione, liberazione definitiva della “prigione” del corpo.

5. La sepoltura nei cimiteri o in altri luoghi sacri risponde adeguatamente alla pietà e al rispetto dovuti ai corpi dei fedeli defunti. La sepoltura dei morti è un’opera di misericordia corporale e favorisce il ricordo e la preghiera per i defunti da parte dei familiari e di tutta la comunità cristiana, nonché la venerazione dei martiri e dei santi.

6. La Chiesa continua a preferire la sepoltura dei corpi poiché con essa si mostra una maggiore stima verso i defunti. Tuttavia la cremazione non è vietata, «a meno che questa non sia stata scelta per ragioni contrarie alla dottrina cristiana».

7. Qualora per motivazioni legittime venga fatta la scelta della cremazione del cadavere, le ceneri del defunto devono essere conservate di regola in un luogo sacro, cioè nel cimitero o, se è il caso, in una chiesa o in un’area appositamente dedicata a tale scopo dalla competente autorità ecclesiastica.

8. La conservazione delle ceneri nell’abitazione domestica non è consentita. Le ceneri non possono essere divise tra i vari nuclei familiari e vanno sempre assicurati il rispetto e le adeguate condizioni di conservazione.

9. Per evitare ogni tipo di equivoco panteista, naturalista o nichilista, non sia permessa la dispersione delle ceneri nell’aria, in terra o in acqua o in altro modo oppure la conversione delle ceneri cremate in ricordi commemorativi, in pezzi di gioielleria o in altri oggetti, tenendo presente che per tali modi di procedere non possono essere addotte le ragioni igieniche, sociali o economiche che possono motivare la scelta della cremazione.

10. Nel caso il defunto avesse notoriamente disposto la cremazione e la dispersione in natura delle proprie ceneri per ragioni contrarie alla fede cristiana, si devono negare le esequie, a norma del diritto.

Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *