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Emergenza incendi, a maggio 900 roghi in provincia di Lecce

Si moltiplicano gli incendi in Salento con migliaia di ulivi e centinai di ettari mangiati dalle fiamme, con 900 roghi divampati solo a maggio nelle aree agricole della provincia di Lecce. E’ la punta dell’iceberg denunciata da Coldiretti Puglia, sulla base dei dati ufficiali forniti dal Comando provinciale di Lecce dei Vigili del Fuoco, con le piante secche per la Xylella che divengono torce roventi con temperature che raggiungono oltre 750 gradi.

Una strage che si ripete ogni anno lasciando paesaggi lunari in Salento – sottolinea la Coldiretti Puglia – dove le fiamme si moltiplicano riducendo gli ulivi colpiti dall’infezione in torce gigantesche, anche a causa dell’abbandono forzato in cui versano campi pieni di sterpaglie e infestanti, dove vanno a fuoco anche i tubi degli impianti di irrigazione e i cumuli di immondizia, creando delle nubi tossiche di fumo che avvolgono anche i centri abitati.

Ai danni incalcolabili all’agricoltura si sommano quelli d’immagine con gravi ripercussioni anche sul turismo in un territorio come il Salento ricco di luoghi di straordinaria bellezza che hanno attirato negli anni un numero crescente di vacanzieri italiani e stranieri per ammirare le bellezze naturali”, denuncia Pietro Piccioni, delegato confederale di Coldiretti Lecce.

Sono troppi gli ettari di uliveto ormai improduttivi da anni, a causa dei ritardi negli espianti e reimpianti che hanno aggravato – insiste Coldiretti Puglia – una situazione già critica, con la burocrazia che arreca più danni della Xylella.

I ritardi nell’autorizzazione degli espianti degli ulivi secchi colpiti dalla Xylella in Salento, a rischio desertificazione e incendi, perché dopo 9 anni la provincia di Lecce continua a morire di burocrazia, impone l’autorizzazione regionale che consenta di eliminare gli ulivi secchi, senza aspettare l’esito delle istruttorie delle domande dell’articolo 6, con l’inaccettabile paralisi amministrativa che sta facendo slittare – denuncia Coldiretti Puglia – di un altro anno la rigenerazione del territorio salentino, dopo che la Xylella ha fatto seccare 21 milioni di ulivi, provocando effetti più disastrosi di un terremoto con ripercussioni drammatiche di natura produttiva, ambientale, economica, lavorativa.

Gli agricoltori chiedono di espiantare gli impianti olivicoli danneggiati,  e non più produttivi e di eseguire le operazioni colturali utili al reimpianto, perché gli strumenti per la verifica del numero di piante  di olivo danneggiate da eliminare e da ripiantare sono già in possesso della pubblica amministrazione, come le ortofoto 2019, il catasto olivicolo e le banche dati Agea.

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