L’Associazione Ballet Studio, sotto la direzione artistica di Nadia Martina, presenta KALEIDA, il nuovo saggio-spettacolo di danza in scena venerdì 27 giugno 2025, ore 21.00, presso il Teatro Cavallino Bianco. Un appuntamento imperdibile per gli amanti dell’arte e del movimento, in cui la danza incontra la pittura in un dialogo visivo e poetico.
Il titolo KALEIDA prende ispirazione dal termine “kaleidoscope” – dal greco kalós (bello), êidos (forma), skopéō (guardare) – evocando l’idea di una bellezza mutevole, che si svela e si rinnova a ogni sguardo. Un’immagine che racchiude lo spirito dello spettacolo: osservare la danza trasformarsi, scena dopo scena, come in un caleidoscopio di emozioni, gesti e colori.
Le coreografie, firmate da Nadia Martina, Martina Minniti, Lisa Osmieri e Paolo Soloperto, si ispirano all’universo visivo di grandi maestri dell’arte moderna e contemporanea: Degas, Monet, Van Gogh, Magritte, Picasso. In scena, i corpi dei danzatori reinterpretano le pennellate, i contrasti, le atmosfere e le forme dei capolavori, trasformando il palcoscenico in una tela viva e vibrante.
Ogni quadro coreografico è un frammento che si rifrange, ogni movimento un’eco visiva. La danza non si limita a rappresentare: reinventa. La pittura prende forma, il gesto diventa racconto, l’immagine si anima. Come in un caleidoscopio, lo spettacolo propone visioni in continuo mutamento, offrendo allo spettatore un’esperienza immersiva e multisensoriale.
“Celebrare i miei cinquant’anni di insegnamento con Kaleida – racconta la direttrice artistica Nadia Martina – è un traguardo carico di emozione e gratitudine. In mezzo secolo ho accompagnato generazioni di allievi nel loro cammino, vedendoli crescere e scoprire se stessi attraverso la danza. Ogni progetto è stato un viaggio unico, ogni spettacolo un riflesso del tempo vissuto e dell’energia condivisa”.
Con KALEIDA, l’arte si muove, si trasforma e si racconta in una nuova forma. Un’occasione speciale per entrare in un mondo fatto di luce, emozione e continua metamorfosi, dove anche lo spettatore diventa parte attiva di un disegno sempre cangiante. La bellezza, come la danza, vive nel cambiamento.