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<p><strong>Oggi</strong> <strong>venerdì 8 novembre alle ore 18:00, </strong>nella <strong>Sala conferenze “De Maria” in corte Taddeo, </strong>è in programma una conferenza dell’architetto Mario Cazzato su <strong><em>“Giacomo Bellanti”, un miniaturista galatinese del ‘400”</em></strong>: l’evento odierno sarà introdotto dalla Consigliera Rosa Anna Valletta.</p>
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<p>Nel testo “<strong><em>Galatinesi illustri</em></strong>” (a cura di M.F. Natolo, A. Romano e M.R. Stomeo) così ci viene presentato l’artista di cui ci occuperemo nell’incontro di oggi: “Quasi certamente sconosciuto a Galatina, <strong>Giacomo Bellanti</strong> fu invece molto attivo e conosciuto alla corte di Ludovico Gonzaga, a Mantova, importante centro di cultura umanista. A Mantova, prima di passare a Napoli, lavorò per due lunghi periodi <em>a diretto contatto con personalità che rivoluzioneranno la radice stessa delle manifestazioni culturali, recidendo ogni legame con la tradizione medievale</em>, come scrive <strong>M. Cazzato</strong> che colloca questo artista nel processo di rinnovamento che contraddistinse il periodo dell’Umanesimo, definendolo artista lontano e <em>depurato dagli accenti arcaici della tradizione bizantina</em>.</p>
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<p>Questa ventata di aria nuova il <strong>Bellanti </strong>la portò anche a Galatina nei suoi brevi periodi di permanenza. Testimonianza della sua presenza a Galatina, centro abbastanza “recettivo e dinamico”, già “particolarmente vivace” con Maria D’Enghien, si trova nella Basilica di Santa Caterina d’Alessandria in un affresco rappresentante un santo vescovo tra due cavalieri con armatura e stendardo.”</p>
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<p><strong>Mario Cazzato</strong>, architetto e storico, è membro del Centro di Studi sul Barocco della Provincia di Lecce e segretario della Società Storica di Terra d’Otranto che pubblica la <em>Rivista storica del Mezzogiorno</em> di cui è membro del Comitato Scientifico. E’ responsabile, insieme ad Antonio Costantini, della collana <em>Le Guide verdi</em> dell’Editore Congedo ed è autore di numerosissimi saggi e volumi che documentano una continua ed intensa attività di ricerca che ha consentito di chiarire numerosi aspetti legati alle vicende storiche e artistiche del Salento. Tra i suoi primi lavori, la monografia su <em>Melpignano indagine su un centro minore</em> con V. Peluso che contiene i temi delle sue successive ricerche sui secoli XVI – XVIII, con particolare attenzione agli artefici del Barocco salentino ed alle trasformazioni architettoniche ed urbanistiche dei centri urbani. In questo contesto, non potendo citare tutti i suoi scritti, spicca il volume, curato con Vincenzo Cazzato, <em>Lecce e il Salento</em> (De Luca, Editori d’Arte, 2015) parte dell’Atlante del Barocco in Italia e <em>Puglia barocca </em>(Capone editore, 2013) che condensano decenni di ricerca archivistica. Tra i lavori più recenti <em>La Galleria celeste</em> – <em>Astrologia e arte alla Corte dei Castromediano di Lymburgh nel Castello di Cavallino</em>, Congedo editore.</p>
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<p>Mario Graziuso</p>
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