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Il ricordo del prof. Rino Duma attraverso le parole di una sua alunna

Ci sono persone che avresti voluto conoscere perchè hai sentito parlare tanto – e tanto bene – di loro. Purtroppo, a volte, accade che non si faccia in tempo. Ebbene, da quando ho cominciato a parlare della città, avevo in mente di parlare con Rino Duma, chiacchierare con lui di cultura e associazionismo, spinto dalla curiosità perchè la mia amica Fabiola me lo descriveva come un grande docente e uomo. Non ci sono riuscito, ma nel giorno della sua scomparsa, ho chiesto proprio a Fabiola di condividerne un suo ricordo, perchè chi non lo ha conosciuto potesse – attraverso le sue parole – scoprire un pò di questo grande uomo. La ringrazio pubblicamente per questo pensiero.

Caro Antonio,
mi chiedi di scrivere un pensiero per il mio caro prof. Rino Duma in questa giornata che si è tinta all’improvviso di tanta tristezza. Non è facile parlare di colui che è stato per me e, sicuramente per tutti quelli che hanno avuto il privilegio di conoscerlo, non solo un semplice insegnante (come lui, a torto, si riteneva), ma un maestro di vita, una guida costante, un punto di riferimento, un porto sicuro. Conosceva a fondo l’animo di noi ragazzi, non per presunzione, sentimento che non gli apparteneva, ma per il semplice fatto che ci ASCOLTAVA.
Non posso non raccontarti un episodio. Un giorno entra in classe col suo solito fare sicuro e imponente, che però non faceva paura, al contrario per me era rassicurante e adorabile. Io ero impegnata, insieme alla mia inseparabile amica e compagna Maria Rosaria, a scrivere qualcosa e inizialmente non abbiamo fatto caso al suo sguardo. Si è seduto in cattedra: era arrabbiatissimo, come non lo avevamo mai visto. Guardo Maria Rosaria e sottovoce le chiedo: cosa sarà mai successo? ma non potevamo immaginare. Ritorniamo intente al nostro da farsi quando sentiamo: “Fabiola e Maria Rosaria, da voi non me lo sarei mai aspettato!!!”. I nostri occhi da “condannate” si incrociano stupefatti. Ricordo ancora cosa provai in quel momento: da una parte ero terrorizzata perché non immaginavo di cosa stesse parlando, dall’altra dentro di me provavo una serenità d’animo inspiegabile. Di cosa eravamo accusate? Di aver copiato l’una il compito dell’altra, o meglio io o Maria Rosaria avevamo, secondo lui, fatto il compito di entrambe…. ci scoppiò da ridere, ma non sarebbe stato facile convincerlo del contrario. Dopo mille giustificazioni, dopo avergli mostrato i nostri quaderni di geometria “di bella” a cui lui teneva tanto, praticamente identici anche nella scrittura, si è un po’ tranquillizzato, ma non convinto del tutto. Una delle ultime volte che ci siamo incontrati mi ha detto:
“Che poi tutte e due ancora mi dovete delle spiegazioni”, raccontando ai suoi amici a cosa si stesse riferendo e guardandomi con occhi pieni di ammirazione e affetto, sguardi che mi colmavano di gioia e di sicurezza. Chissà forse oggi da lassù gli sembrerà tutto più chiaro… perché in fondo lo ha sempre saputo.
Mai sarebbe potuto accadere di tradire la sua fiducia, lui che a noi ne ha sempre data tantissima.
Quando è andato in pensione, ha scritto una lettera a 10 suoi alunni “prediletti” di cui ho il privilegio di far parte, nella quale ancora una volta ci dedicava del tempo per educarci e per ribadire l’importanza di credere in valori quali l’onestà, la giustizia, la verità, l’amore per sé stessi e per gli atri. Orgogliosa, la conservo come un testamento di vita prezioso, fonte di saggezza, umanità e tanto amore per il prossimo.
Antonio non so come utilizzerai questi pensieri, anche perché non è facile esprime l’ammirazione e la stima che ho per lui, in questo giorno in cui tutti quelli che lo hanno conosciuto perdono sicuramente un pezzo di grande cultura, umanità e umiltà che lo contraddistinguevano: ti ringrazio soltanto per avermi dato la possibilità di scrivere di una Grande persona che porterò sempre nel mio cuore come il più prezioso dei doni che la vita mi ha fatto. È stato, lo è ogni giorno quando sono tra i miei ragazzi a scuola e a casa con le mie figlie, e sarà sempre per me una guida spirituale e un modello di vita a cui ispirarmi. Grazie mio grande Prof!

Questo pensiero è tratto dal suo libro “Falce di luna” in cui è contenuta la lettera che ha inviato ai suoi 10 alunni. Voglio condividerlo con te, perchè in esse è raccolta tutta la sua spiritualità e la grandezza.

“Colui che spende il proprio tempo all’affannosa ricerca di ricchezze ed agi andrà incontro, prima o poi, ad
una delle più squallide e miserevoli povertà: quella spirituale, che inaridisce il cuore e la mente.

Colui che, invece, si dedica alla vita degli altri, allo stesso modo di come si spende per la propria, conoscerà ben presto una delle più impalpabili e smisurate ricchezze: quella spirituale, di cui si ciba il cuore e la
mente.

Ora sta a te decidere, ragazzo mio, per quale delle due ricchezze impegnarsi e lottare. Sappi che la prima ti
allontanerà dalla povertà di questo mondo, mentre la seconda ti avvicinerà, da povero, alla ricchezza di Dio,
chiunque egli sia”.

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