Neviano – Si fa sempre più acceso il dibattito politico attorno alla questione del Poliambulatorio comunale di via Vecchia Tuglie. Una vicenda che, a partire dall’inizio di maggio, ha visto susseguirsi comunicati, post social e repliche dai toni duri, culminando in un acceso scambio tra il vicesindaco Raffaello Mattia Pasca e il sindaco Pinuccio Mighali.
Tutto ha avuto inizio con la pubblicazione di un documento a firma del Comitato “La Voce” e dello stesso Pasca, in cui si denunciava una situazione “oggettivamente pericolosa” per il futuro del Poliambulatorio, sottolineando l’infruttuosità di numerose riunioni e una “inerzia informativa ed operativa” da parte dell’amministrazione.
La replica del sindaco Mighali non si è fatta attendere: con un lungo comunicato del 10 maggio, il primo cittadino ha accusato il vicesindaco e il Presidente del Consiglio Adriano Napoli di aver trasformato una linea condivisa, definita in una riunione di maggioranza, in esternazioni individuali e propagandistiche. “Attribuirsi il merito di decisioni collettive – scrive il sindaco – è istituzionalmente scorretto e rischia di creare disinformazione e allarme”.
Mighali ha poi ricostruito l’iter seguito dall’amministrazione: il 14 aprile si sarebbe tenuto un incontro con i medici del Poliambulatorio, nel quale è stata avanzata una proposta ufficiale di aggiornamento del canone mensile a 450 euro pro capite. Una proposta ritenuta sostenibile in base al piano di riequilibrio finanziario in corso. Nessuna risposta ufficiale sarebbe pervenuta dai medici entro la scadenza del 26 aprile.
Tuttavia, a rinfocolare la polemica è stato l’intervento diretto del presidente del Consiglio Adriano Napoli, che ha smentito la versione del sindaco, accusandolo di ambiguità e di aver gestito in modo “inadeguato” i rapporti con i medici. Napoli ha contestato l’obbligo del bando, sostenendo che in presenza di servizi fondamentali come quello sanitario, l’Ente può essere esonerato da certi vincoli di bilancio. “È contraddittorio – scrive Napoli – proporre un canone calmierato se poi si sostiene che è necessario un bando”.
La vicenda assume una connotazione ancora più interessante perchè il presidente del consiglio, che nel 2019 criticava la scelta dell’ex sindaca Cafaro di utilizzare la struttura destinata inizialmente alle donne vittime di violenza a poliambulatorio, ora difende strenuamente quella scelta, criticando altri membri della sua maggioranza di governo. Ma il dibattito social non termina e si arricchisce di nuovi colpi di scena.
A stretto giro, infatti, è arrivata la controreplica dell’assessora al Bilancio Alessandra Scialpi, che ha richiamato il rispetto delle normative imposte dalla Corte dei Conti e il vincolo del piano di riequilibrio. “Parliamo di bilancio, non di tasse da esonerare – ha dichiarato – e chi non conosce queste differenze farebbe bene a tacere”.
Lo scontro è poi degenerato sul piano personale, con Napoli che ha liquidato l’assessora come “ultima degli eletti, non adeguatamente informata” e ha promesso che, finché sarà presidente del Consiglio, l’immobile del Poliambulatorio “non si venderà mai”.
Il sindaco ha promesso a breve un incontro pubblico per chiarire la posizione dell’amministrazione. Ma la domanda di fondo, rivolta a tutti gli attori coinvolti, resta ancora inevasa: il Poliambulatorio resterà aperto o no?