L’informazione a Galatina: caso Valente o caso libertà di stampa? 

5 Mag , 2025 - Galatina,Salento

L’informazione a Galatina: caso Valente o caso libertà di stampa? 

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<p>Il 4 maggio 2025, alle ore 14:54, Dino Valente – direttore del sito <em>Galatina.it</em> – ha ricevuto una mail ufficiale dall’indirizzo del sindaco, la comunicazione, inviata anche all’Ordine dei Giornalisti, contestava apertamente la linea editoriale della testata, accusandola di parzialità, e annunciava una drastica decisione:&nbsp;</p>
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<p><em>“Da oggi in poi sceglieremo una comunicazione politica trasparente verso tutti. Troverà i nostri comunicati ufficiali sul sito istituzionale dell’amministrazione comunale.”</em>&nbsp;</p>
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<p>Il messaggio, sottoscritto “dai consiglieri dei gruppi di maggioranza” lamentava un presunto pregiudizio costante contro l’amministrazione in carica, sostenendo che <em>“per tre anni sono state instillate quotidianamente piccole dosi di veleno”</em>.&nbsp;</p>
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<p>Dino Valente, storico giornalista e fondatore di <em>Galatina.it</em>, ha risposto difendendo il proprio operato, rivendicando la libertà di stampa e la responsabilità giornalistica di raccontare anche ciò che può risultare scomodo.&nbsp;&nbsp;</p>
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<p>Da collega, esprimo piena solidarietà a Valente, che da 25 anni è un punto di riferimento per l’informazione locale. Ma la vicenda pone interrogativi che superano il singolo caso.&nbsp;</p>
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<p>Viviamo in un’epoca in cui tutti possono essere comunicatori, affidando ai social le proprie opinioni e riflessioni. È una libertà importante, ma rischiosa: spesso ci si chiude in cerchie di voci affini, perdendo il confronto, il contraddittorio, la pluralità. L’informazione diventa così una conferma delle proprie convinzioni, non più uno stimolo a riflettere.&nbsp;</p>
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<p>Siamo davvero pronti ad abbandonare l’informazione professionale per affidarci solo ai flussi spontanei dei social? È questo il nuovo modello di comunicazione pubblica?&nbsp;<br>Oppure dobbiamo rivendicare, oggi più che mai, il valore di un’informazione strutturata, verificata, capace di offrire ai cittadini strumenti per formarsi un’opinione propria e consapevole?&nbsp;</p>
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<p>L’articolo di Antonio Torretti, l’editoriale di Dino Valente, il comunicato ufficiale del Comune: ogni voce ha un pubblico e un linguaggio. Ma questa varietà non è un problema. È, anzi, un segno di salute democratica. La libertà di espressione si esercita anche – e soprattutto – nella convivenza tra visioni diverse. Nessun lettore va sottovalutato: è capace di discernere, se gli si offre una reale pluralità di punti di vista.&nbsp;<br>Solo così si rafforza una comunità democratica: nel rispetto dei ruoli e delle regole deontologiche e nella convinzione che la verità – anche tra mille voci – trova sempre il modo di emergere.&nbsp;</p>
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<p>Oggi più che mai sarebbe importante riflettere sul ruolo dell’informazione locale. Non solo come veicolo di notizie, ma come spazio di confronto civico, come palestra di democrazia quotidiana. Serve farlo da più punti di vista: ascoltando giornalisti, amministratori, cittadini, lettori. Serve analizzare i diversi linguaggi – istituzionali, editoriali, personali – e comprendere come convivono, si scontrano, si influenzano.&nbsp;</p>
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<p>Per questo potrebbe essere utile proporre un tavolo di confronto cittadino sul tema dell’informazione: aperto, trasversale, inclusivo, oggettivo e pluralista. Un’occasione per costruire fiducia, condividere responsabilità e rilanciare il valore di una informazione locale che non sia propaganda, ma servizio. </p>
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<p><em>Buona informazione libera e indipendente, sempre.&nbsp;</em></p>
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