Eugenio Finardi è diventato ormai un habitué del Salento un po’ per le collaborazioni con Raffaele Casarano che con lui ha fatto un album (“Euphonia Suite”), poi in passato qui a Galatina c’era stato proprio grazie ai Concerti del Chiostro che lo avevano portato al quarto appuntamento della diciassettesima edizione, ed ora il ritorno a Soleto, per i 25 anni di un festival che anno dopo anno è cresciuto ed è diventato grande, ed aggiungiamo noi, maturo soprattutto per le scelte artistiche del maestro Luigi Fracasso e di tutto il gruppo.
Bando alla storia però e veniamo ora a parlare di quello che sarà il concerto di Finardi, Eugenio Finardi “Tutto 75-25” acoustic duo, che terrà a Soleto, Comune itinerante inserito da tempo ormai nel festival diventato davvero un punto di riferimento per la musica in Puglia.
In Largo Osanna a Soleto alle ore 21.00, Eugenio Finardi con Giuvazza Maggiore, su chitarra, loop, cori, porteranno in un viaggio autentico ed intimo tra quelli che sono i brani che di fatto rappresentano la grande carriera di un artista unico, e sarà anche per il pubblico occasione di incontrare un autore che per decenni ha contribuito e contribuisce tuttora, a fare la musica italiana.
Finardi è un cantautore che non trasmette solo musica, i suoi sono concerti emotivi, spontanei, capaci di instaurare con il pubblico un dialogo continuo, un artista in grado di trasformare un concerto in una sorta di happening sì, proprio quegli happening che Finardi in gioventù frequentava, certo ora, molto diversi.
Finardi presenta uno spettacolo in cui propone le canzoni più significative del suo vasto repertorio che, grazie a Dio, non si ferma al solo “Extraterrestre” ma va ben oltre, a Musica Ribelle, Patrizia, La radio, Non è nel cuore, Dolce Italia, Uno di noi, e così via solo per citarne alcune.
Poi c’è l’ultimo album, quel “Tutto” pubblicato a ben cinquant’anni dal suo primo LP “Non gettate alcun oggetto dai finestrini” e, quel “Tutto” è anche un numero, il 20, il ventesimo album che Finardi realizza.
Capace di fondere il linguaggio cantautoriale con una nuova forma di sperimentazione, perché comunque bisogna stare al passo coi tempi, i brani che compongono il disco affrontano temi del presente, come sempre fa Finardi, con grande sensibilità, lucidità ma a volte anche spregiudicatezza.
Il disco è stato realizzato con la produzione del suo storico collaboratore Giovanni “Giuvazza” Maggiore, un disco che è nato in modo diverso dagli altri, senza aspettare l’ispirazione ma cercando idee e di sicuro, come ha dichiarato lo stesso Finardi, anticipando anche l’A.I. di cui se ne parla in “La mano di uno che non sa”.
Una cosa molto interessante che l’album trasmette poi è il richiamo generazionale perché il modo di conoscersi sta cambiando ed accade che per la prima volta sono i figli a dover insegnare ai genitori ed infatti, come dice Eugenio, “noi abbiamo inventato gli attrezzi ma loro ci insegnano ad usarli”.
E quello di Finardi anche qui in Salento sarà un viaggio in cui tutta la sua storia cantautoriale sarà toccata attraverso ben 50 anni di musica, con i brani del passato che saranno riproposti in originale ma con gli strumenti di oggi, quasi una sfida…altro che A.I.
Il Finardi del tour di “Tutto” è assolutamente da non perdere, come da non perdere sono tutti gli appuntamenti che Il Festival de I Concerti del Chiostro porterà in giro per il Salento, e quello di Finardi potrebbe anche essere l’ultimo tour di un disco fatto di inediti – questo è trapelato – ma noi, non ci crediamo né vogliamo crederci perché uno come Finardi non potrà mai smettere di accompagnarci con la sua musica, le sue idee…e perché no, le sue rivoluzioni musicali!