“L’aria triste che tu amavi tanto…”: l’omaggio a Luigi Tenco

5 Mag , 2025 - Cultura,Galatina

“L’aria triste che tu amavi tanto…”: l’omaggio a Luigi Tenco

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<p>Un ricordo intenso, colto e sentito: oggi, lunedì 5 maggio alle ore 18:00, nella suggestiva Sala francescana di cultura della Parrocchia di Santa Caterina in Piazza Orsini a Galatina, l’Università Popolare “Aldo Vallone” propone l’evento/spettacolo <strong>“L’aria triste che tu amavi tanto…”</strong>, un omaggio poetico e narrativo a Luigi Tenco, figura emblematica della canzone d’autore italiana.</p>
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<p>L’iniziativa, annunciata con entusiasmo dal presidente Mario Graziuso, vedrà la presentazione di alcuni frammenti di un recital ideato e scritto da <strong>Alberto Minafra</strong>, autore dal tratto raffinato e profondo, con la <strong>voce narrante di Marco Graziuso</strong>. A introdurre la serata sarà la consigliera <strong>Daniela Vantaggiato</strong>, che delineerà il profilo culturale e creativo dell’autore del testo.</p>
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<p>Il titolo dell’evento richiama una delle canzoni più note e amate di Tenco, <em>Lontano, lontano</em>, pubblicata nel 1966, inizialmente poco compresa ma poi divenuta la più venduta della sua carriera. Un brano in cui si condensa la poetica malinconica e disillusa dell’artista genovese, morto tragicamente nel 1967 a Sanremo, e ancora oggi simbolo di un’Italia che cercava, anche nella musica, nuovi linguaggi e nuovi sentimenti.</p>
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<p>Attraverso una scrittura densa e suggestiva, Alberto Minafra ricostruisce con sensibilità e rigore storico le vicende personali e musicali di Tenco, la sua passione per il jazz, le amicizie artistiche con Bruno Lauzi, Giorgio Gaber, Gino Paoli, e quel clima culturale unico che diede vita alla cosiddetta “scuola genovese” della canzone d’autore.</p>
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<p>«Il jazz rappresentava per noi libertà», ricordava Gino Paoli, sottolineando come quella musica “nata nel momento stesso in cui veniva suonata” divenne un rifugio e una spinta creativa, lontana dalla leggerezza imposta dal ventennio fascista.</p>
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<p>Il recital si propone dunque non solo come ricordo, ma come percorso attraverso la storia musicale e sociale di un’Italia in trasformazione, filtrata dallo sguardo delicato e disilluso di un artista che ha segnato un’epoca.</p>
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<p>Conclude il presidente Graziuso: «Questo evento è un invito a riscoprire l’anima profonda di Luigi Tenco e, con lui, a riflettere sul senso della musica come espressione di libertà, verità e sentimento. È anche un atto di gratitudine verso una figura che ha saputo toccare corde ancora oggi attuali e vive».</p>
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<p>Un appuntamento da non perdere per chi ama la musica che fa pensare e per chi riconosce nella memoria culturale un patrimonio da custodire e condividere.</p>
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