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Rinviato di tre mesi il licenziamento collettivo dei 51 lavoratori della Minermix

Ancora tre mesi di speranza per i 51 lavoratori della Minermix, l’azienda che dal 1987 produce calce e miscele a base di calce, rappresentando una delle realtà più solide nel settore, con sedi a Galatina e Fasano. La decisione del rinvio del licenziamento collettivo per il personale è stata presa al tavolo regionale sulla vertenza, presieduto dal presidente del Comitato regionale per il monitoraggio del sistema economico e produttivo e delle aree di crisi, Leo Caroli.  

Saranno quindi ancora tre mesi di ammortizzatori sociali a tenere accese le speranze per i lavoratori che potranno quantomeno fruire della misura di sostegno fino al 26 marzo prossimo.  

«Ringraziamo il presidente Leo Caroli per aver prontamente risposto alle sollecitazioni delle sigle sindacali ed aver convocato la task force regionale durante le festività – dicono Giuseppe Maggiore e Luca Toma, segretari generali di Fillea Cgil Brindisi e Lecce». 

Un anno fa si, infatti, si era riusciti a evitare il licenziamento grazie all’insediamento della task force regionale ed all’accordo raggiunto per la concessione della cassa integrazione. 

«Non resta che sperare che il Parlamento completi i lavori di approvazione della legge di bilancio nei tempi previsti – proseguono i due sindacalisti – in modo da consentire ai lavoratori la piena fruizione, fino a 12 mesi, della cassa integrazione» 

La crisi dell’azienda è stata una diretta conseguenza del calo delle commesse da parte dell’ex-Ilva, principale committente dell’azienda, unita all’aumento considerevole dei costi energetici. Dapprima nel novembre del 2022 era stato spento l’impianto di Fasano e successivamente quello di Galatina. Nell’ultimo anno solo 8 lavoratori sono riusciti a pensionarsi o ricollocarsi. 

«Auspichiamo che le manifestazioni di interesse a cui fa riferimento Caroli sulla stampa – concludono Maggiore e Toma – si concretizzeranno, ricolorando uno scenario oggi nero. A noi non resta che constatare amaramente come la classe imprenditoriale locale, sempre pronta a lamentarsi per l’assenza di manodopera qualificata, non riesca a manifestare interesse concreto per Minermix, né sappia offrire occasioni di reimpiego per il suo personale altamente qualificato». 

Antonio Torretti

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