Venerdì 27 giugno, il Teatro Cavallino Bianco di Galatina ha accolto una serata speciale dedicata alla danza e alla memoria, con la presentazione di Kaleida, il saggio-spettacolo di fine anno dell’Associazione Ballet Studio, sotto la direzione artistica della maestra Nadia Fiorella Martina. L’evento non ha rappresentato solo la conclusione dell’annata accademica, ma anche la celebrazione di un traguardo straordinario: cinquant’anni di insegnamento dedicati alla danza, un percorso lungo mezzo secolo che ha lasciato un’impronta indelebile su generazioni di allieve e appassionati.
A rendere omaggio alla maestra era presente una folta rappresentanza istituzionale: il presidente del Consiglio Comunale, Francesco Sabato, ha consegnato una targa celebrativa, esprimendo parole di stima e gratitudine per il contributo appassionato e professionale di Nadia Martina nella formazione coreutica dei giovani. L’assessora Annamaria Congedo, presente non solo come rappresentante dell’Amministrazione ma anche come una delle prime allieve della maestra, ha sottolineato come la danza, insegnata con cuore e rigore, crei legami profondi che si estendono nel tempo.
La carriera di Nadia Martina, iniziata nel 1975, si è sviluppata attraverso un’intensa formazione con grandi nomi come Ingrid Ebert, Diana Ferrara e i coreografi Claudia e Maurizio Venditti. La sua continua ricerca di perfezionamento, anche nella danza moderna e contemporanea, e l’aggiornamento costante del proprio metodo didattico, l’hanno resa un punto di riferimento nel territorio.
Tra i momenti più emozionanti della serata, ex allieve sono salite sul palco per leggere una lettera carica di affetto, testimonianza di un rapporto che va oltre la tecnica, radicato nella relazione umana e nella condivisione di ricordi e passioni. Molte di queste ragazze, ora mamme, hanno affidato alle cure della maestra le loro figlie, perpetuando un’eredità di danza e valori.
Il pubblico ha accompagnato ogni momento con calorosi applausi, partecipando a un evento che ha intrecciato arte e memoria, celebrando un’eredità fatta di passione e dedizione.


La mia testimonianza personale: il primo passo in scarpette da danza
Ricordo come se fosse ieri la mia prima esperienza con le scarpette da danza, quasi per caso, quasi per gioco. Trent’anni fa, ero uno studente del Liceo Vallone quando Nadia riuscì a convincerci a “danzare” — più precisamente, a far parte delle comparse per la rappresentazione de Il Pulcinella di Stravinsky. All’epoca non avevo alcuna consapevolezza di cosa volesse dire davvero danzare, eppure quei giorni furono intensi, pieni di prove serrate e di un impegno che sembrava andare oltre ogni aspettativa.
La prima domanda che Nadia ci fece fu: “Che passi di danza sapete fare?” La nostra reazione immediata fu quasi quella di scappare via, impauriti dall’ignoto. Ma poi iniziammo a sudare insieme, a provare e riprovare, finché quel gruppo di studenti inesperti riuscì a non sfigurare al fianco delle ballerine professioniste. Quella esperienza è rimasta uno dei miei ricordi personali più intensi: vivere un mondo unico fatto di musica, movimento e fatica condivisa.
Grazie, Nadia Martina, anche per avermi fatto scoprire, inconsapevolmente, la bellezza di indossare quelle scarpette e di entrare in un universo di emozioni che porto ancora dentro di me.