Fil Rouge, un’occasione di riscatto nel progetto di Levèra

30 Apr , 2023 - Cultura,Galatina

Fil Rouge, un’occasione di riscatto nel progetto di Levèra

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<p>Sarà presentato ufficialmente giovedì prossimo Fil rouge, il progetto che aiuterà le giovani donne vittime di violenza a rendersi autonome insegnando loro a diventare vere e proprie sarte.&nbsp;</p>
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<p>L’ambizioso progetto, sostenuto da Fondazione con il sud e Enel cuore onlus, è promosso dall’Associazione Levèra, capofila di un partenariato tra le associazioni Programma Sviluppo di Taranto, A.D.U. Avvocati per i Diritti Umani, ACLI Sede provinciale di Lecce, le Cooperative Sociali L’Aurora e Officina Creativa ed il Comune di Galatina.&nbsp;</p>
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<p>«Fil rouge è un è un progetto sartoriale e di design – affermano dall’associazione- che pone l’accento sui concetti di sostenibilità, sociale e ambientale, che, grazie al forte e nutrito partenariato, si pone l’ambizioso obiettivo di far diventare Levèra un’incubatrice di lavoro all’interno di un bene confiscato alla mafia, rendendo sempre più concreto il riscatto della legalità sulla criminalità»&nbsp;</p>
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<p>Alle donne coinvolte, sarà fornita una formazione teorico pratica e gli strumenti per avviare un’attività autonoma che dapprima restituisca loro dignità ed indipendenza, ma anche in grado di potenziarne le capacità e la creatività, mettendo a disposizione spazi, attrezzature, materie prime, know how, consulenza fiscale, giuridica e motivazionale, incentivando la formazione di cooperative per solidarizzare le singole esperienze e renderle più forti.&nbsp;</p>
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<p>Si tratterà di un vero e proprio atelier di taglio, cucito e ricamo dove saranno realizzati abiti e accessori ecosostenibili, i cui tessuti saranno gli scarti di lavorazione, donati dalle aziende tessili nazionali e messi a disposizione da Officine Creative, per poi essere commercializzati.&nbsp;&nbsp;</p>
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<p>«Abbiamo immaginato di far diventare Levèra il luogo fisico e narrativo, dove le competenze, la creatività, le relazioni e l’artigianalità si mescoleranno e si cuciranno fra loro e daranno vita ad un nuovo marchio, dove la narrazione degli antichi saperi si coniugherà con l’innovazione – spiega Roberta Forte, membro del consiglio direttivo dell’associazione e responsabile del progetto – Fil rouge punta a valorizzare l’artigianato e a trasformarlo in un’attività produttiva che genera occupazione e promuove il territorio. Oltre a prevedere inserimenti lavorativi, daremo vita ad una cooperativa sociale di tipo b, una vera e propria sartoria sociale, all’interno del bene confiscato, in grado di stare autonomamente sul mercato attraverso la creazione di un brand e di un catalogo per vendere i prodotti realizzati, emulando l’esperienza decennale del marchio Made in carcere». </p>
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<p class=”has-text-align-right”><em>Antonio Torretti</em></p>
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