Il <strong>Circolo di Rifondazione Comunista</strong> di<strong> Taurisano</strong> torna ad intervenire sul tema della <strong>gestione degli Asili Nido</strong>, all’indomani della notizia dei <strong>due progetti presentati dalla attuale maggioranza di governo del Comune di Taurisano, </strong>e approvati nei giorni scorsi (il 20 Agosto è stata approvata la riconversione della Scuola “Montessori” e il 27 Ottobre la ricostruzione dell’Asilo di Via Tevere): <em>“attraverso i fondi del PNRR avremmo avuto la possibilità di ottenere due asili nido nuovi e altamente funzionali per la comunità taurisanese”.</em>
La nota del Circolo non è, infatti, la prima sul tema: era il <strong>15 maggio 2022</strong> quando affidarono ad un post Facebook i <strong>loro interrogativi</strong>, con la consapevolezza che <em>“sulla base della scelta di questa amministrazione, capiremo quale sia la loro visione politica sulle politiche sociali”</em> – scrissero in quell’occasione.
Alla sezione taurisanese non sarebbe pervenuta <strong>nessuna risposta alle loro domande, </strong>nate sulla base di <strong>un’attenta osservazione della situazione sociale della Città:</strong><em> “oggi come allora, abbiamo letto attentamente gli articoli di Taurisano.Online e le dichiarazioni in Consiglio Comunale per trovare una risposta alla domanda che ci poniamo da mesi. Quale sarà la tipologia di gestione dei due asili nido? Saranno a gestione pubblica o privata? Perché si continua a non dire nulla sulla questione? Si darà la possibilità a delle finte cooperative di gestire due immobili pubblici, ammodernati con soldi pubblici e fargli fare profitto a scapito delle famiglie con un basso reddito e dei lavoratori e delle lavoratrici che avranno paghe da fame?”.</em>
I<strong> toni</strong> si <strong>accendono</strong> nella parte conclusiva del comunicato, dove Rifondazione si <strong>toglie qualche sassolino dalla scarpa a discapito del pregiudizio</strong>, fornendo una<strong> sua proposta</strong> sul tema: <em>“A discapito di quanto dicono a sproposito alcuni assessori accusandoci di non dare proposte ma solo critiche (solo perché non hanno mai letto i nostri articoli fino in fondo), noi ribadiamo la nostra proposta: una gestione pubblica o misto pubblico/privato dove le tariffe saranno impostate in base all’ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente)”.</em>
Quindi, stando a <strong>quanto propone il Circolo di Rifondazione Comunista</strong>, le <strong>tariffe</strong> dei frequentanti saranno <strong>agevolate</strong> per i <strong>vari scaglioni di reddito che il Comune dovrà decidere</strong> sulla base <strong>degli indici di povertà del territorio</strong> e degli <strong>indicatori di reddito dei lavoratori.</strong>
Impostare delle <strong>graduatorie con diritto di precedenza</strong>, permetterebbe a tutti <em>“di avere la stessa opportunità, tenendo presente però che alcune categorie disagiate dovranno avere la precedenza”.</em>
L<strong>’ultima analisi della nota</strong> ha un sapore più <strong>amaro</strong>, stando alle valutazioni di <strong>Rifondazione Comunista</strong>. Quest’ultima dichiara che <strong>la politica taurisanese è dettata solo dalle normative</strong>, perdendo il <strong>suo indirizzo politico</strong> e facendo vigere, a Taurisano, una sorta di <strong>“ordinaria amministrazione”</strong>, del pari di un Tribunale Amministrativo: <em>“Ci dispiace notare come la politica a Taurisano abbia perso la sua naturale vocazione data dalla Costituzione Italiana e dallo spirito della nostra Repubblica che in sostanza dice che: la politica deve – in virtù della normativa vigente – trovare gli indirizzi politici per delineare la direzione da intraprendere per arrivare alla risoluzione di uno o più problemi e poi grazie ai funzionari di settore, rendere il tutto praticabile e sostenibile da diversi punti di vista. Ma cosa succede, invece, se la politica si fa strada solo in virtù delle normative?</em>
<em>Che il Consiglio Comunale si trasforma in un tribunale amministrativo dove si esercita la cosa pubblica con un automatismo di ordinaria amministrazione, dove nello sfondo dei discorsi rimane solo la parte della giurisprudenza (che ne è l’essenza indispensabile), ma dove la politica con le sue analisi sui bisogni reali dei cittadini scompare. In buona sostanza: un governo tecnico”.</em>