In un’epoca in cui si parla tanto di inclusione e accessibilità, c’è ancora chi vive prigioniero dentro casa propria per colpa di una burocrazia miope e inefficiente.
Accade in via Tito Livio n. 88, in uno degli stabili di edilizia popolare gestiti da Arca Sud Salento, dove un cittadino con disabilità motoria è impossibilitato a uscire da mesi. Il motivo? Il montascale installato durante la recente ristrutturazione dell’edificio è perfettamente collegato alla corrente ma non può essere utilizzato: manca l’elemento chiave, il telecomando.
“L’impianto è lì, nuovo e pronto, ma è come se fosse un arredo – denuncia l’avvocato Francesco Colaci, Fratelli d’Italia Galatina –. La barriera architettonica resta, invisibile ma invalicabile.”
Il disservizio, oltre che umiliante, appare ancor più inaccettabile alla luce del fatto che si tratta di un edificio appena ristrutturato. L’ascensore funziona, il montascale è stato installato, ma l’accessorio essenziale – il telecomando per l’attivazione – non è mai stato consegnato.
“Questa persona ha inviato diverse segnalazioni ad Arca Sud – continua Colaci – ma nessuno si è degnato di rispondere. Da mesi vive come se fosse agli arresti domiciliari. E la cosa più grave è che basterebbero due giorni per risolvere tutto.”
L’avvocato sottolinea anche le responsabilità tecniche ed economiche: “C’è da augurarsi che almeno la ditta che ha eseguito i lavori non sia stata pagata per intero, perché l’opera, evidentemente, non è terminata. Oppure dobbiamo pensare che certi dirigenti paghino anche ciò che non è stato completato, purché non si tratti delle loro abitazioni?”
Una vicenda che solleva interrogativi più ampi sulla gestione dell’edilizia pubblica e sul rispetto dei diritti delle persone con disabilità. “Ogni giorno, ogni ora, ogni minuto passato in casa contro la propria volontà rappresenta una violazione della dignità personale – incalza Colaci –. Ed è scandaloso che il tutto dipenda da un oggetto che costa poche decine di euro e si può acquistare ovunque.”
L’appello è chiaro: “Chiediamo ad Arca Sud Salento di intervenire immediatamente. Non servono mesi di carte bollate: serve volontà. Se necessario, siamo pronti a percorrere ogni via legale e istituzionale per garantire il diritto a una vita libera.”
Nel frattempo, la speranza è che la voce pubblica possa fare pressione su chi ha il dovere di agire. Perché un montascale non può restare un monumento all’inefficienza. E la libertà di movimento non dovrebbe mai dipendere da un telecomando dimenticato.