In moltissimi comuni italiani, amministrazioni, partiti, associazioni e semplici cittadini stanno alzando la voce per chiedere il rispetto dei diritti umani e manifestare vicinanza al popolo palestinese. Una mobilitazione diffusa e trasversale che nasce dal rifiuto dell’indifferenza di fronte a ciò che sta accadendo in Medio Oriente.
Il conflitto israelo-palestinese, che da decenni divide due popoli, ha conosciuto una nuova e tragica escalation a partire dall’attacco di Hamas contro Israele del 27 ottobre 2023. Da allora, la risposta militare israeliana, pur mirata ufficialmente alla liberazione degli ostaggi e alla neutralizzazione di Hamas, ha avuto conseguenze gravissime sulla popolazione civile.
Secondo le stime, le vittime sono ormai circa 70.000, di cui il 70% donne e bambini. Un numero impressionante, aggravato dalla crisi umanitaria provocata dal blocco degli aiuti internazionali, che impedisce l’accesso a cibo, acqua e cure mediche, condannando migliaia di persone alla morte per fame e malattie.
La questione palestinese è certamente complessa, radicata in una lunga e dolorosa storia. Tuttavia, non si può restare in silenzio di fronte a quella che appare ogni giorno di più come una strage di innocenti.
In questo contesto, anche un piccolo gesto può fare la differenza. Può servire a rompere il muro dell’indifferenza che troppo spesso circonda tragedie lontane da noi solo geograficamente. In Europa, viviamo da oltre ottant’anni in un continente in pace, dove le nuove generazioni non hanno conosciuto direttamente gli orrori della guerra. Proprio per questo abbiamo il dovere morale di non voltare lo sguardo altrove.
Da qui nasce l’appello del Circolo del Partito Democratico di Galatina e Noha, rivolto ai cittadini e all’amministrazione comunale: esponiamo un lenzuolo bianco dai nostri balconi, un segno semplice ma potente di solidarietà con le vittime del conflitto a Gaza, un gesto di umanità e di rispetto per chi non ha più voce.
Il Partito Democratico ha già risposto a questo appello. Lo ha fatto convintamente, con la speranza che anche altri seguano questo esempio. Perché la pace, prima di essere un obiettivo politico, è una responsabilità civile e umana.